Wednesday, September 10, 2008

Tempo

Noi ci ostiniamo a voler vedere il tampo come un'entità.
Lo personifichiamo e gli diamo importanza nelle nostre vite, quasi come fosse una divinità in grado di comprendere e intervenire, sempre ispirata dalla giustizia.
Il tempo però, è una creazione umana, è figlio della nostra incapacità di percepire il continuo.
Noi siamo vincolati a vedere il discreto, ecco che allora il tempo nasce dalla successione di azioni, senza di esse il tempo smette di esistere, si rimane in un eterno presente.
Le azioni sono i veri minuti, i veri secondi, azioni che vanno da quelle più ovvie e semplici fino all'autoanalisi, fatta senza maschere e senza paure, che è quella che fa correre e non scorrere il tempo.
Noi siamo gli artefici del tempo, e non viceversa.
Alle volte però, presi nella morsa dei sentimenti, per non sentire una risposta che è già dentro di noi ma che ci spaventa, ci fermiamo, affidandoci al tempo in quanto entità, e commettiamo un errore.
Noi rimaniamo fermi nel nostro eterno presente, gli altri si muovono e fanno andare avanti le loro lancette, e ecco che allora il nostro presente diventa sempre più soffocante.
Poi una mano, la stringiamo, la amiamo pienamente, perchè quella stretta per la prima volta ci fa sentire uno con un altro individuo, ma abbiamo paura di muovere un passo e rimaniamo fermi, continuando a ripetere la nostra quotidianità, sperando che nelle pieghe della normalità ci sia la tranquillità.
Facendo così tradiamo la fiducia di quella mano, continuando a fare errori per paura di cambiare qualsiasi cosa nella nostra routine.
Imprigionati, un giorno ci svegliamo e la mano non c'è più, è andata avanti, è troppo lontana per raggiungerla di nuovo.
Vogliamo ascoltare finalmente la risposta che era sempre stata nel nostro sguardo e nel nostro respiro ma che la mente aveva paura di rendere consapevole.
Ecco allora il tempo riprendere a scorrere, le azioni tornare a scandirlo...ma forse sarà tardi, e allora quella pozza d'immobilità in cui ci si era adagiati, diventerà rimorso.

Bisogna avere il coraggio di soffrire e di sentire risposte spaventose, questo farà si che la nostra vita sia sempre una nostra creazione, se poi c'è quella mano, prendiamola e sarà una danza ancora più bella e sicura...
Il coraggio di soffrire ci dota delle ali necessarie per superare qualsiasi burrone e fa si che il tempo diventi il ritmo della nostra danza.

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