Thursday, November 30, 2006

Estasi

L'interpretazione artistica è interpretazione della finitezza

17 Comments:

Anonymous Anonymous said...

Diciamo piuttosto NELLA finitezza DELLA metafisica

11:58 PM  
Anonymous Anonymous said...

essendo fresco di un 30 di estetica mi sento accreditato e legittimato a dire "Non sono d'accordo."

9:11 PM  
Blogger Zarathustra said...

Ecco perchè lei è dotato di quel particolare gusto che è impossibile non ritrovare in ogni sua scelta estetica...
Non vedo l'ora di vederti arredare il nostro nido d'amore, mentra io cucino nell'angolo cottura vestito solo di panna.... mmm.

1:09 PM  
Anonymous Anonymous said...

mi piacerebbe capire meglio cosa intende zarathustra con il concetto esposto nel post...non ho capito bene di che interpretazione ma soprattutto di che finitezza si parla...

1:39 AM  
Anonymous Anonymous said...

interpretazione: ermeneutica, si analizza un concetto e se ne dà una propria versione, più o meno condivisibile.
finitezza: dicesi di cosa finita.
poi, sul fatto che l'arte sia intepretazione della finitezza, avrei da dire..direi piuttosto che è spinta all'infinito, pulsione all'eterno, e se ciò implica che ci si senta immortali e si voglia proprio rifuggire quello stato di puntinismo immoto, allora sì.
tante care cose a tutti

1:33 PM  
Anonymous Anonymous said...

non ho chiesto una definizione...se no prendevo il vocabolario, ma una spiegazione personale...

1:57 PM  
Anonymous Anonymous said...

"è la finitezza, bellissima amica, la finitezza.
è la finitezza, mia unica amica.
sopra ogni cosa, la finitezza.
dei nostri piani elaborati, la finitezza."

credo si riferisse a questo con finitezza. zarathustra cosa ne pensa di chiamare casa nostra "il giardino dell'eden" ? è molto evocativo. pensavo anche di andare in giro insieme a braccetto a cantare "i'm the king and she's my queen !" a turno ovviamente.

resta il fatto che il mio parere autorevole è tuttavia discorde con tutti voi. possiamo trovare un punto di convergenza sull'interpretazione di capitan america al limite.

9:07 PM  
Anonymous Anonymous said...

ah! ah! Risposta errata.
se mi volete riempire di stupide parole senza senso, sensa che voi stessi ne sappiate il senso...fate pure.
Avete capito la mia domanda?
Vorrei capire meglio di quale interpretazione finita stiamo a
parlando...a cosa ci stiamo riferendo...qualcuno sa commentare cosa c'è scritto...portare esempi...argomentare le proprie idee...

2:10 AM  
Anonymous Anonymous said...

e tra l'altro cara la mia reginetta d'Italia se lei dissente ci piacerebbe sapere in che senso...cosa ne pensa lei dell'arte della finitezza e dell'interpretazione...

2:49 AM  
Anonymous Anonymous said...

mi basta dissentire per far rotolare le teste, non ho bisogno di dare spiegazioni. la ierofania della burocrazia è la finitezza di tutte le cose e le carte bollate non hanno interpretazioni. io sono la Regina e voi siete tutti potenzialmente decapitati. prova a interpretare la finitezza con la testa fra i piedi e vedrai che ho ragione.

il mio consiglio è: vendete tutti i vostri cappelli.

2:52 PM  
Anonymous Anonymous said...

un ottimo esempio mia cara reginetta...è proprio di questo che volevo parlare...del potere umano di interpretare la sua stessa condizione di finitezza e in caso di trascenderla...

8:31 PM  
Anonymous Anonymous said...

...innaffiami, con il tuo innaffiatoio...

12:39 PM  
Blogger Zarathustra said...

Noto che non sono stato l'unico a stare male negli ultimi giorni...
Comunque cara la mia consorte sono d'accordissimo sul nome della magione e sul canto libero e felice.
Per quanto riguarda la finitezza intendo la condizione propria di ogni essere vivente, cioè la sua fine, e nell'uomo la finitezza si manifesta anche come consapevolezza della propria e di quella di ciò che ci circonda, quindi diciamo una sorte di condizione di finitezza.
Ogni interpretazione artistica per me non è altro che una risposta a questa condizione di finitezza.
La spinta all'infinito non è altro che interpretazione della stessa in quanto non è che un tantativo di rifuggirla.

1:40 PM  
Blogger Giorgio Paterna said...

... perchè sennò io muoio.

5:34 PM  
Anonymous Anonymous said...

Ciao...é permesso? Mi sento un pò pesce fuor d'acqua, ma chi non lo è, del resto.
Volevo salutare Zarathustra e tutti gli amici anconetani; interessanti i vostri blog...
Io (e tra poco anche Giallu e Alby) vi aspettiamo a Bologna...
So che questo è un luogo di cultura, ma, se Ceri me lo concede, farei un appello a "the doctor": come faccio per ricevere le foto di Capodanno? Utilizziamo Sgroi?
Chiedo scusa e me ne vado, ma tornerò...
Ciao ciao, Elena

6:42 PM  
Blogger Zarathustra said...

Tranquilla Elena, qui puoi dire quello che vuoi... poi più che altro le discussioni vertono sulla cultura omosessuale.
Ti ringrazio per il saluto e sicuramente vi verremo a trovare... per le foto se vuoi le posso inviare giallu via email, oppure direttamente a te se mi dai il tuo indirizzo... fatemi sapere.

1:11 PM  
Anonymous Anonymous said...

dice guglielmo d'orange "un ottimo esempio mia cara reginetta...è proprio di questo che volevo parlare...del potere umano di interpretare la sua stessa condizione di finitezza e in caso di trascenderla... "

perciò alla fine ricadiamo sempre in un psicologismo o soggettivismo radicale per cui la realtà non esiste se ognuno può interpretare e trascendere le proprie condizioni. benchè l'idea mi piaccia io il 31 di gennaio devo sostenere un esame di cui non so assolutamente una gran mazza, e presentandomi al cospetto dell'esaminatore non credo che potrei trascendere i miei limiti e la mia condizione di ignoranza urlando "sono la regina d'italia! tagliategli la testa!"

forse zarathustra intendeva dire altro da questo. propongo a tal proposito una nuova ontologia: credere nell'esistenza di solo ciò che si trova su wikipedia.

9:29 PM  

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